domenica 20 luglio 2014

Albania 8: Elbasan

Le ragazze di Elbasan


Le mura di Elbasan
La strada asfaltata scende dai monti e cala verso la piana centrale albanese con calma balcanica. La prima grande città che trovi ai margini della pianura è Elbasan, situata esattamente al centro del paese sul fiume Shkumbin e proprio per questo chiamata l'ombelico dell'Albania. Era già un centro importante, fondato dagli Illiri e di qui passava la via Ignazia, testimonianza di come i Romani sapevano gestire i territori. Quindi una città carica di storia, perché ai Romani si sono succeduti Bizantini e poi gli Ottomani che alla città hanno applicato l'ultimo nome. Qui di storia e di storie sovrapposte, ce ne sono talmente tante che al momento attuale si è pensato di coprirle quasi del tutto, almeno non danno troppo fastidio e poi diciamoci la verità, è sempre accaduto così nel tempo, la nuova cultura è arrivata e ha soppiantato quella precedente assorbendola, mantenendone qualche cosa e quindi annichilendola completamente. Qui, annichilire la cinta muraria di pietra, un quadrato dal perimetro di qualche chilometro, non era cosa facile, così i nuovi barbari hanno costruito attorno, all'interno e sopra, utilizzando pietre e spazi al meglio. E' davvero interessante comunque entrare dentro a queste mura poderose attraverso le cilindriche torri angolari e ritrovarsi all'interno di un'altra città nella città, con alberghi, case e ristoranti che si sono adeguate benissimo alla situazione, occupando ogni spazio utile. 

Il ristorante costruito sopra la necropoli
C'è chi gioca sulla situazione, come l'albergo all'ingresso che esibisce un frontone triangolare in cemento o tutto un primo piano eretto su pilastri a simiglianza di colonne sopra ammassi a vista di rovine, tombe, lapidi di cui indovini ancora le scritte in greco, in latino o in arabo. Negli spazi liberi, piccoli giardini ornati di anfore, alcune nuove, altre antiche, così a piacere, dove si muovono rapide, si fa per dire, piccole tartarughe che cercano quanto meno di non lasciarsi acchiappare. C'è comunque una certa emozione nello spostare pile di sedie ammassate al riparo, per decifrare alla meglio su una lastra di pietra sbrecciata, un nome, una parola di elogio funebre, un riferimento geografico. Qui non è il caso di dare giudizi o pontificare, anche in questo modo si muove la storia, bisogna seguirne i sottili disegni con una certa dose di umiltà per cercare di capire le spirali del tempo e le loro strade spesso simili. Intorno alle mura, un mondo che è appieno nel nuovo millennio, anche se lungo la strada anziane donne in nero e velo bianco si mescolano a gruppi di ragazze in minigonne da vertigine e jeans attillati. Le cose cambiano in un attimo. Nel '90 una ragazzina preadolescente andava a scuola quaggiù, coprendosi il più possibile il viso con lo stesso velo bianco delle nonne, cercando di evitare il più possibile l'inevitabile abbronzatura provocata dal forte sole della montagna. Avere la pelle bianchissime era la sola bellezza accettata in quel momento. 

Muri e fregi di un tempio nel magazzino del ristorante
E poi, cosa che di certo ci incuriosisce per la sua anomalia, si confrontava ogni giorno con le amichette per controllare se le fossero cominciati a crescere i primi peli sulle gambe, simbolo di entrata nell'età adulta e che, allo stesso tempo, avrebbero conferito alla pelle, comunque ben nascosta da spesse calze, una morbidezza particolare, di certo desiderabilissima, in quel rapporto con l'altro sesso, ancora così distante e misterioso, ma spesso pensato anche se mai espresso. Un solo anno dopo, un anno di eventi talmente stravolgenti da sconvolgere la mente di qualsiasi persona di esperienza, quella stessa ragazzina si è trovata in un mondo capovolto, a solo qualche centinaio di chilometri dal luogo dove aveva sempre vissuto, dove le ragazze andavano al mare quasi nude per abbronzarsi il più possibile e il non depilarsi accuratamente, ti faceva entrare in una categoria border line, mentre nelle camerette dei coetanei campeggiavano manifesti dei Gun and Roses con il leader della band che esibiva una mano nelle mutande di una ragazza ammiccante. Per chi temeva da un momento all'altro di essere fatta sposare a forza dai parenti con qualche sconosciuto cugino, questo ribaltamento deve essere stato davvero un momento di shock difficile da assorbire. Ma i tempi cambiano in fretta e l'adeguarsi è poi la regola del mondo per sopravvivere. Intanto noi teniamo la barra diritta verso sud, mentre la strada corre tra le colline verdi e piene di frutteti e di campi coltivati.

Giochi lungo le mura di Elbasan
SURVIVAL KIT

Elbasan - a 40 km da Tirana e 80 da Pogradec, su buona strada. Parcheggio vicino alle mura della cittadella. Non si paga l'ingresso.

Resti della basilica, nel giardino pubblico

Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:

Nessun commento:

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 114 (a seconda dei calcoli) su 250!