martedì 18 agosto 2015

India - Il ritorno



Oggettistica regalo

Himalaya
Tashi ci saluta col sorriso soddisfatto di chi ha fatto per bene il suo lavoro e che sa di essere stato apprezzato per questo, così  ci lascia con un abbraccio commosso. Ha capito che sarebbe potuto diventare un tuo amico, ma quasi certamente non ti rivedrà mai più, per lo meno durante questa rinascita. Nella sala di attesa un gruppo di tedeschi si sta ammazzando per comperare una serie di cazzi rosso fuoco in legno elegantemente torniti, con occhi sul glande, un soprammobile di grande eleganza che farà bella mostra di sé nei salotti di Amburgo o di Monaco. Quando se ne vanno verso l'imbarco, dopo la razzia, ne rimangono solo un paio, i più piccini, non vale nemmeno più la pena di esaminarli da vicino e contrattare. E' inutile cercare scuse, è tempo di andare. Subito dopo la virata in fondo al campo, la catena himalayana si dispiega in tutto il suo splendore, finalmente, dopo tanti giorni di foschia e di nebbie, ecco laggiù il Kanchengjunga dalle nevi rosate e le sue sorelle, i picchi che lo circondano e più lontani ancora i giganti della terra, liberi di mostrarsi, di lasciarsi ammirare, ammalianti e tentatori, terre proibite, sirene ipertrofiche il cui canto, il vento teso e gelido, sibila sui ghiacciai fino a valle. Legato al mio albero di finta pelle, non ho cuore di slacciarmi la cintura fino a quando le ruote rullano sul nastro della fornace di Calcutta. Una giornata convulsa, l'ultima, a ripercorrere un sentiero già visto, ma pieno di impegni incongrui, l'ultimo acquisto, le ultime camice, pantaloncini, magliette, le ultime istantanee con cui riempirsi gli occhi. 

Al New Market
Non vorrai lasciare qui queste immagini, la folla che preme intorno al New Market, le grida dei venditori, gli assillanti tapiri che vogliono accompagnarti in cerca di provvigioni, i campanellini dei risciò che vogliono strada, devi riporle da qualche parte nel cervello, per poi riprenderle adagio, con calma, quando ragionerai su tutto questo. Intanto assorbi soltanto, odori, suoni, colori, impastando tutto in quel bagno di sudore che ti ricopre e rende confusa ogni cosa, avvolgendola in un sentore di spezia forte, che sa di India. L'hotel Heera ha un ingresso angusto, con un gruppo di personaggi dalle facce inquietanti nella piccola hall, che poi si rivelano gentilissimi addetti. Il mattino dopo alle quattro, un'ultima corsa per le strade semideserte della città, dove indovini gli addobbi delle feste di quartiere della notte precedente,  fiori gialli e archi attorno a statue di cartapesta di dei e di demoni, le file interminabili di bandierine di un partito politico diverso da quello della corsa di un mese fa, i carretti carichi di cocchi e masserizie che arrivano per prepararsi a cominciare una nuova giornata di fatica, le centinaia di fagotti ammucchiati sui marciapiedi, avvolti nella miseria di quella che è forse l'ultima metropoli indiana che non è ancora entrata in questo millennio. Arrivare alla porta del cielo, attraversata la quale tornerò inevitabilmente nel mio mondo così lontano da questo, che all'apparenza ti respinge, mentre intanto ti attira senza remissione. Non riesci a darle un addio definitivo. Mi avrai di nuovo India, per ammorbarmi con l'onnipresente sentore di coriandolo che non sopporto, col tuo caldo asfissiante, con i tuoi odori forti di cui non riesco a fare a meno. E' peggio di una droga. Da quella, almeno, qualcuno riesce a guarire.

Risciò

SURVIVAL KIT

Volo Paro - Kolkata - Diverse compagnie, con Bhutan Airlines costo nei periodi di alta stagione 220$. Ricordarsidi farsi assegnare i posti di destra, alla partenza si potrà vedere così tutta la catena himalayana.

Hotel Heera - 28 Grand street - Kolkata - Modesto ma economico albergo vicinissimo al New Market. Doppia attorno alle 2000 R. Camere spaziose, frigo, Tv, AC, , acqua calda, ventilatore rumoroso. Bagno decente. Discretamente pulita. Soluzione accettabile per passare una notte, in fondo non molto diverso da altri hotel in zona più costosi.


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Piedi

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